MASSONI E MASSONERIA
Principi e scopi
La massoneria ufficiale dichiara di non avere barriere etniche, religiose, ideologiche e politiche, per effetto delle antiche regole stabilite nelle Costituzioni dei liberi muratori del 1723 e alle quali tutte le istituzioni massoniche del mondo fanno riferimento, anche se con alcune differenze dovute a tradizioni locali e storiche. Sono inoltre solitamente discriminate le donne, in quanto nella maggior parte dei casi esiste per loro un divieto di iniziazione. Sin dal suo sorgere, la massoneria è costituita da logge, cioè gruppi organizzati di persone che operano insieme con gli stessi scopi e ideali, seguiti da ogni massone del mondo. In questo senso è considerata dai suoi aderenti universale, pur nelle sue complesse diversità interne. Il patto alla base sarebbe da intendersi non come un'operatività socio-politica, ma come tensione collettiva, di tutti gli affiliati all'associazione, alla via di perfezionamento delle più elevate condizioni dell'umanità.[senza fonte]
I principi massonici discendono dalle Costituzioni di Anderson, redatte da James Anderson nel 1723, e le cui regole fondano la tradizione universale della massoneria. Essi sono dunque principi, o norme ideali, che non possono essere messi in discussione o essere cambiati, pena l'uscita dalla tradizione stessa e dalla idealità massonica. Tra i vari principi e norme c'è quello che precetta la massoneria e tutti i suoi affiliati all'estraneità rispetto alle questioni politiche o religiose. Non per questo la massoneria è antipolitica e antireligiosa, solo è separata da questi ambiti e per tale motivo nelle Logge è vietato discutere di religione, di politica, di affari economici della società civile. Tale principio è affermato con precisione fin dal suo sorgere e ricalca la stessa disposizione vigente nella Royal Society fino dal XVII secolo. Infatti, alcuni membri della Royal Society furono tra i fondatori nel 1717 della prima gran loggia[38], quella in seguito colloquialmente definita Premier Grand Lodge. Nel mondo
Palazzo Roffia,Firenze sede locale della grande loggia d’Italia degli alam
massonico la massoneria di cultura anglosassone prescrive con particolare severità che il massone non debba trattare pubblicamente di questioni inerenti alla politica e alla religione nella veste di massone, conservando la libertà di farlo nella veste di cittadino. Questa prescrizione non è affermata con uguale rigidità nelle Istituzioni massoniche di cultura non anglosassone, che hanno interpretato le Costituzioni massoniche in maniera diversa per motivi storici e culturali. È difficile trattare della massoneria in senso generale, come un tutt'uno, considerando che essa si esprime con diverse modalità organizzative e dottrinarie; tuttavia in essa si riscontrano alcune caratteristiche comuni a tutte le istituzioni massoniche mondiali, che possono essere sintetizzate nelle seguenti:
Il suo scopo ultimo è il miglioramento dell'uomo e dell'umanità.
L'istruzione del massone per mezzo di simboli basati sugli strumenti dei muratori.
L'accettazione in una loggia attraverso una cerimonia di iniziazione.
L'organizzazione di perfezionamento graduale, in cui i gradi di Apprendista, Accettato o Ammesso (o Introdotto) (A.A./ A.I.), Compagno di Mestiere (o d'Arte) (C.d.M./C.d.A.) e Maestro Muratore o Massone (M.M) sono comuni a tutti i sistemi massonici.
Il suo carattere confidenziale e discreto, anche se in certi tempi e luoghi, si manifestò con modalità di segretezza.
La massoneria promuove tra i suoi aderenti la ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano. Attraverso i suoi riti di affiliazione finalizza la sua azione sul piano etico sviluppando i valori universali (lealtà, amicizia, fedeltà, sincerità, bontà, altruismo) della società umana e consolidando i propri ideali con l'astensione da ogni proposizione dogmatica o di fanatismo nello spirito di una tolleranza universale e quella materiale su progetti d'azione benefica nei confronti degli affiliati e, nella società civile, dei bisognosi.
Il valore principale perseguito in massoneria è quello della Libertà e infatti tale parola (freedom) è presente nelle Costituzioni del 1723. Tant'è che requisito indispensabile per essere ammessi in massoneria tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII è stato quello di essere uomini liberi (free-born), non servi della gleba, non imprigionati o deportati a forza (bondman). La stessa denominazione «Liberi Muratori» (Freemasons) definisce chi lavorava in un cantiere di costruzione percependo una paga e non perché costretto. Nei tempi moderni il concetto di "libero" è sostanzialmente riferito alla libertà d'azione, nel senso di non subire la prigionia o condanne limitanti la libertà d'azione personale e/o nella società.
L'altro valore è quello dell'uguaglianza, e infatti nelle logge settecentesche era bandita ogni differenza, apportatrice di disuguaglianze per motivi di censo, ceto e classe sociale, di etnia e di religione, anticipando nella pratica interna della loggia le prime forme di democrazia, poi teorizzate in modo più articolato dall'Illuminismo. Nella loggia ogni affiliato è "uguale" agli altri e l'unica differenza è data dal grado massonico (A.A. – C.d.M. – M. M.), indicante il percorso di perfezionamento svolto.
La tolleranza, anche se sempre attivamente praticata tra i massoni, non appare come valore fondante della massoneria nei primi decenni della sua affermazione; non casualmente questa parola non appare nel testo delle Costituzioni (1717). Solo quando i principi e i valori illuministici nei paesi di cultura occidentale condizionarono il pensiero massonico, la tolleranza assunse una maggiore importanza.